Intervento di Gabriele Boselli in occasione dell’inaugurazione di Maestri d’arte: Federico Moroni

Intervento di Gabriele Boselli, ispettore scolastico f.r. in  occasione dell’inaugurazione di Maestri d’arte: Federico Moroni ( Santarcangelo di Romagna,  martedì 2 settembre 2014 )

 

Questa (Maestri d’arte, ndr) è una mostra di grande importanza che sarà motivo di tesaurizzazione da parte delle scuole di Santarcangelo. La stessa presenza qui oggi del Provveditore agli studi e del Sindaco vuole sottolineare la necessità del recupero di una grande spinta artistica e pedagogica che ci fu qui -a Santarcangelo e non solo- nell’immediato dopoguerra e fino a pochi anni fa.

Si trattò di uno slancio straordinario fatto da maestri elementari i quali erano capaci di farsi alunni dei loro alunni. Scrivevano poesie e dipingevano insieme a loro. Se noi guardiamo, in questi quadri non c’è soltanto una grande personalità artistica come quella del Moroni, ma un grande Maestro che si alimenta dell’arte dei suoi alunni, corrisponde al loro vedere, concrea nuove forme. Il cinquanta per cento almeno di questi quadri, forse più, è opera dei suoi alunni, è opera di una piccola comunità profondamente integrata nella comunità locale che ha saputo attingere a livelli culturali ed estetici estremamente elevati. I soggetti e le forme che vediamo sono universali e singolari insieme, si ritrovano nei disegni tratteggiati nelle scuole in ogni parte del mondo; eppure solo qui, in quel periodo storico, potevano giungere ad attuazione per offrirsi alla vista e al sentire dei contemporanei e a noi che li guardiamo a Santarcangelo ma da un tempo già assai diverso, anche se non differente.

Io auspicherei che ci fosse a Santarcangelo, e non solo, una ripresa dello slancio artistico e creativo che ci fu in quegli anni, perché questa è una terra antica d’immagini e poesia, dunque estremamente fertile di genialità, una terra che sa guardare tanto a fondo da poter poi inventare, una terra che sa creare.

Forse alcune delle scuole come del resto la società che le circonda negli ultimi anni non hanno saputo con-sentire ed esprimere bene questo potenziale estetico, intendendo per estetica non solo il bello ma anche i principi primi della sensibilità, quel sentimento della forma che produce conoscenza. Molte lo hanno fatto e molto bene, ma dobbiamo impegnarci ancora di più per tornare ad esprimere la grande ricchezza umana, culturale e spirituale propria di questo paese. E ve lo riconosce uno che risiede qui da una trentina di anni ma è nato nel paese nemico di Savignano sul Rubicone.

L’arte non è un’elaborazione concettuale, non è una produzione tecnica e non è nemmeno scientificamente conoscibile; l’arte è qualcosa che vive nel comune sentimento di sintonia con la bellezza. Questi universali non concettuali che noi vediamo (i disegni degli alunni, ndr) vengono dal profondo del cuore e son sicuro che la città da un lato, le scuole dall’altro, vorranno approfittare di questa mostra per riattingere a quei livelli estetici. E continuare in tutti i campi sull’onda quella bellissima stagione.

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