Restauro di vestitini per burattini

Si sono conclusi gli interventi di restauro sulla collezione di manufatti tessili per marionette e burattini donati al Museo Etnografico dal sig. Renzo Pirini di San Mauro Pascoli e appartenuti alla Famiglia Salici-Stignani. La collezione si compone di 328 pezzi, tra cui oltre 60 completi, realizzati tra la metà dell’Ottocento ed il primo Novecento, epoca in cui la famiglia Salici era in piena attività. I vestiti presentano stoffe pregiate (seta, raso, cotone, velluto, tessuti damascati, passamaneria argentata e dorata), nuove o di risulta, evidenziando anche grande attenzione ai particolari, come bottoni, borchie e merletti.

L’intervento, finanziato dall’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, è stato condotto dalla Ditta Archè di Carpi (MO), che ha proceduto ad un lavoro di pulitura meccanica della polvere, permettendo così di aumentare la stabilità chimica degli oggetti trattati, e al lavaggio ad acqua o a secco tenendo conto delle condizioni dell’abito e del tessuto.

Oggi gli abitini sono tornati al loro splendore. In genere ogni compagnia provvedeva autonomamente a realizzare i costumi che, per mezzo di chiodi e di spille, venivano fissati ai burattini e alle marionette. Una volta confezionati, questi erano destinati ad avere una lunga vita: venivano tramandati di generazione in generazione, e ciò spiega come mai oggi appaiano piuttosto consunti.
A tale proposito occorre poi considerare che le compagnie disponevano di molti più vestitini che marionette, ed ogni marionetta o fantoccio poteva arrivare ad indossarne più di uno, per poter recitare parti diverse.

In più il mestiere del marionettista e del burattinaio era un mestiere girovago, e gli abiti, finito lo spettacolo, venivano frettolosamente riposti all’interno di ceste o casse pronti per essere trasportati da un teatro all’altro, da una piazza all’altra.
È difficile cercare di capire questi costumi a quali personaggi appartenevano, dato che il teatro delle marionette aveva dei repertori molto vari (che andavano dal dramma all’operetta, al varietà) a differenza di quello dei burattini, dove ogni personaggio è facilmente riconducibile ad una maschera della Commedia dell’Arte.

È iniziato inoltre il restauro della collezione di burattini e marionette del Museo Etnografico (52 personaggi) sempre finanziato dall’Istituto per i Beni Culturali. I burattini saranno restaurati dalla ditta La tela di Penelope (Prato), che interverrà sia sugli abiti sia sulla struttura stessa del burattino, in particolare sui volti realizzati in legno o in cartapesta. L’obiettivo principale, attraverso questi restauri, è quello di tutelare e valorizzare questo ricco patrimonio artistico e culturale, di dare nuovamente rilievo e importanza alla tradizione del teatro popolare di piazza.

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